iCHeriSH è una risorsa online per la documentazione, formazione e divulgazione dedicata al patrimonio culturale dell’Asia Meridionale, finanziata dal Ministero per l’Università e la Ricerca (MUR) e basata nelle Università di Napoli “L’Orientale” e Ca’ Foscari di Venezia.
Il progetto è stato concepito nel quadro dello sconvolgimento globale creato dal COVID-19, che ha investito anche l’istruzione universitaria, imponendo la formazione a distanza. La piattaforma, supportata da una applicazione mobile (inizialmente per android, in una fase successiva anche per iPhone) e da una applicazione web, si propone come una risposta culturale/pragmatica a questo ed eventuali futuri dissesti, attraverso la creazione di uno strumento flessibile per attività educative, di formazione, ricerca e divulgazione, allo stesso tempo migliorando la qualità dei materiali didattici online contro la disinformazione diffusa in rete.
Disponibile all’inizio solo per studenti, docenti e ricercatori, essa mira a divenire uno spazio espositivo online per un “crowdsourcing” del patrimonio culturale materiale e immateriale dell’Asia Meridionale (archeologia, epigrafia, storia e “storie locali”). Il progetto copre le aree geografiche dei moderni Afghanistan, Pakistan, Bangladesh, India, Nepal, Sri Lanka, Bhutan e altre a questi collegate per legami storici e culturali (Tibet, Cambogia, Indonesia, Thailandia ecc.) e mira ad evolvere in una rete collaborativa grazie al previsto coinvolgimento di altre università e centri di ricerca, soprattutto dai paesi considerati, anche al fine di:
- incentivare l’apprendimento interattivo e l’esperienza nello sviluppo e catalogazione di risorse per l’informatica umanistica, attraverso il coinvolgimento di studenti nella creazione dei contenuti;
- assistere le missioni archeologiche nella divulgazione del loro lavoro come fonte di aggiornamento basata sul meglio dell’evidenza scientifica;
- assistere le università in contesti di conflitto/post-conflitto nella formazione dei loro studenti alla documentazione di un patrimonio esposto ad alto rischio di perdita;
- assistere la documentazione di siti/manufatti ignorati o non protetti come strumento di contrasto alla sottrazione e traffico illecito di proprietà culturali;
- aprire uno spazio sperimentale di incontro tra studi accademici e storie locali, coinvolgendo le comunità locali in processi innovativi di creazione e condivisione di cultura dedicati alla pluristratificata “biografia” del patrimonio culturale, in un approccio partecipativo di Terza Missione (programma di sensibilizzazione sociale e della comunità dell'Università)
- attivare un metodo innovativo di “crowdsourcing” per la tutela della memoria storica e promuovere il il coinvolgimento in questo processo dei giovani e l’uso corretto dei social media nella divulgazione.